L’iconico allenatore svedese, noto per aver guidato alcuni dei più grandi club europei e la nazionale inglese, si è spento oggi a 76 anni. Eriksson ha lottato contro una malattia che aveva rivelato al pubblico a gennaio, dicendo di avere poco tempo a disposizione. Durante la sua carriera, ha lasciato un segno indelebile nel mondo del calcio, conquistando titoli e il rispetto di colleghi e tifosi.
Eriksson ha segnato la storia del calcio europeo e internazionale
Sven-Göran Eriksson, allenatore di fama mondiale, è deceduto oggi all’età di 76 anni dopo una lunga battaglia contro una malattia terminale. L’annuncio della sua malattia era arrivato lo scorso gennaio, quando Eriksson aveva dichiarato pubblicamente di avere al massimo “un anno di vita”. Nonostante la gravità della situazione, l’allenatore aveva mantenuto un atteggiamento positivo, come dimostrano le sue ultime parole riportate in un documentario recentemente pubblicato su Amazon: “Non essere dispiaciuto. Sorridi!”.
Nella sua lunga carriera, Eriksson ha allenato squadre di primo piano come Benfica, Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio. In Italia, è arrivato a metà degli anni ’80 per allenare la Roma, dopo un’esperienza di successo con il Benfica in Portogallo. Con la Lazio ha raggiunto l’apice del suo successo, vincendo lo scudetto nella stagione 1999-2000. Eriksson è stato il primo allenatore straniero a guidare la nazionale inglese, un incarico prestigioso che ha consolidato la sua reputazione a livello internazionale.
In questi ultimi mesi, nonostante la malattia, Eriksson ha continuato a essere presente nel mondo del calcio, visitando alcune delle squadre che aveva allenato in passato. In Italia, è stato accolto con affetto allo stadio dalla Lazio e dalla Sampdoria. In Inghilterra, ha realizzato uno dei suoi sogni, sedendo sulla panchina del Liverpool durante una partita tra le leggende del club e l’Ajax.
Il tecnico svedese ha trascorso gli ultimi anni della sua carriera girando il mondo, portando la sua esperienza in paesi come l’Arabia Saudita, la Cina e la Thailandia, e allenando diverse nazionali, tra cui Costa d’Avorio, Messico e Filippine. Eriksson ha sempre mantenuto un approccio ottimista verso la vita e la morte. Nelle sue ultime riflessioni ha detto: “La vita riguarda anche la morte. Dovete imparare ad accettarlo per quello che è”, sperando di essere ricordato come un uomo positivo.