La formazione parigina, pur continuando a spendere tantissimo, prosegue nel mancato raggiungimento dell’obiettivo principale

Limitarsi ad arrivare tra le prime sedici d’Europa per qualcuno non è neanche il minimo sindacale. Il riferimento, tutt’altro che velato, è al Paris Saint Germain. La compagine parigina per l’ennesima stagione non vincerà la Champions League dopo l’eliminazione. Che per quasi tutte le altre del mondo è una normalità, non per Messi e compagni.

Non c’è giustificazione che tenga. Lo si evince dai giudizi che si leggono dalla critica francese. Termini come “fallimento” sono pronunciati in maniera seriale. Se ne faranno una ragione dirigenti e giocatori che sapevano bene di sposare il progetto della squadra che spende di più al mondo o quasi. In cartellini ed in stipendi in cui è compreso anche l’onere di avere zero margini di errore.

Poco importa che l’eliminazione sia arrivata per merito di un’altra corazzata come il Bayern Monaco. Quella dell’Allianz Arena resterà una serata amara per chi ha nel cuore i colori della squadra parigini. Potrebbe, invece, essere una notte di rinconciliazione con il calcio per quanti credono che il romanticismo dello sport abbia lasciato spazio alla forza dei capitali, benchè i bavaresi non siano certo una Cenerentola. Hanno dalla loro, però, quella che sembra una maggiore capacità di programmazione che finisce per valorizzare all’ennesima potenza la forza economica.

Può accadere, dunque, che anche con Messi e Mbappè in attacco finisci per non vincere. C’è da immaginare che il sogno del Psg sia ancora vivo e che per raggiungerlo arriveranno nuovi investimenti importanti. Con i grandi giocatori raggiungere gli obiettivi resta più facile, ma serve anche altro. Fortuna, metoditicità e un progetto che valorizzi la materia prima che si ha a disposizione. Una somma che, evidentemente, per il Paris Saint Germain non è ancora tale da poter arrivare sul tetto d’Europa.

E non è un caso sporadico, considerato che già l’anno scorso era arrivata l’eliminazione agi ottavi. Cosa accadrà in estate? Nessuno può saperlo. SI parla già di rivoluzione e di possibili stravolgimenti. Il dato certo è che dominare in patria non basta e non c’è alternativa alla vittoria della Champions per ritenere trionfale un anno vissuto da Parigi da calciatori, allenatori e dirigenti.

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