Antipatia sportiva con origini particolarmente lontane, acuitasi nella stagione 1981/1982 e consolidatasi all’inizio degli anni ’90.

L’idea di rivalità va forse anche oltre il concetto di derby. Perché Juventus e Fiorentina non dividono neanche la stessa città, eppure l’odio calcistico fra le parti rasenta spesso vette inesplorate. Sponda bianconera diranno che la rivalità la sentono solo i fiorentini. Sponda viola faranno sapere che ormai la partita contro la Juventus non ha più l’appeal di una volta. Tantomeno quest’anno, con le due squadre (per motivi diversi) impelagate in un’anonima metà classifica.

Eppure nessuno ci crede che sia diventata una partita come un’altra. La rivalità è di quelle talmente storiche che le radici vanno ricercate intorno al 1928. La Fiorentina era nata da un paio d’anni, la Juventus vinse in quel torneo per 11-0, battendo una squadra composta di fatto da dilettanti. Un altro tassello dell’antipatia sportiva all’alba del ’53. E quella era una Fiorentina molto diversa, che di lì a poco sarebbe diventata Campione d’Italia per la prima volta nella storia. Ma in quel febbraio la Juve s’impose ancora in modo roboante: 8-0, con la Fiorentina costretta in 9 per gli infortuni di Virgili e Cervato, due che poi sarebbero entrati nella storia viola. Quello scarto così grande alimentò accuse ed antipatie, anche se poi bisogna arrivare al 1982 per veder esplodere la rabbia dei fiorentini in modo definitivo. Stagione condotta a braccetto, l’ultima giornata assegna il titolo. Si dice che la Federazione non voglia lo spareggio in caso di arrivo a pari punti (allora era previsto) perché avrebbe tolto spazio ed allenamenti alla Nazionale in preparazione al Mondiale (poi vinto in Spagna). L’ultima giornata è un susseguirsi di emozioni vissute appesi alle radioline. La Fiorentina va a Cagliari, la Juventus a Catanzaro. Bianconeri che vincono grazie ad un rigore generoso trasformato da Brady ad un quarto d’ora dal termine. Fiorentina che rimane inchiodata sullo 0-0 in Sardegna dopo essersi vista annullare un gol (apparentemente regolare) a Ciccio Graziani. Trionfo Juventus ancora una volta ed a Firenze nasce il celebre adesivo “Meglio secondi che ladri” che tappezza la città per settimane.

All’inizio degli anni ’90 altri due momenti ad alta tensione. La finale di Coppa Uefa nel 1990 (celebre l’urlo di Celeste Pin “Ladri” in diretta televisiva) e la cessione di Roberto Baggio, dalla Fiorentina alla Juventus, con la città di Firenze messa a ferro e fuoco dagli ultras. Momenti sicuramente lontani, annacquati dal tempo passato ma vivi nella memoria dei tifosi. Il racconto recente porta a qualche risultato pesante (lo 0-5 a Firenze per la Juve del 2012) oppure lo 0-3 firmato dalla Fiorentina il 22 dicembre 2020 a Torino da un giovanissimo Vlahovic. Poca cosa rispetto al passato, anche perché i tempi sono cambiati. Lo dimostrano le cessioni di Chiesa e Vlahovic in rapida successione dalla Fiorentina alla Juventus: schermaglie social e (fortunatamente) poco altro.

Alessandro Latini

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