La difficoltà di trovare attaccanti di valore, per il ct della Nazionale italiana Roberto Mancini, ha smosso numerosi pareri e commenti. Anche da protagonisti direttamente coinvolti, evidentemente toccati nel vivo per la scarsa considerazione da parte del selezionatore. Parliamo di Mario Balotelli e Andrea Petagna.

Roberto Mancini

BALO. Mario Balotelli, 33 anni, ora milita in Svizzera nel Sion. Il suo percorso nel calcio, in Italia e all’estero, ha tante voci quante un elenco telefonico. In generale viene annoverato tra i più noti “talenti non concretizzati” del panorama nostrano per quanto riguarda gli ultimi tre lustri. Sull’acceso tema della penuria di attaccanti italiani per la Nazionale, non ha risparmiato una stoccata al suo ex allenatore Roberto Mancini: “Gli attaccanti in Italia ci sono ancora e sono in forma… fidatevi“. Da che pulpito arriva la predica… E soprattutto l’autocandidatura nemmeno tanto velata, in una stories pubblicata su Instagram. Balotelli ha totalizzato 36 presenze e 14 gol con l’Italia, ma non ne indossa i colori sul campo dal 2018. Non esattamente da ieri: ovvero, quando di anni ne aveva 28. Il tempo è passato, Mario.

Andrea Petagna

PETAGNA. Da un proporsi con tutti i crismi del personaggio Balotelli a una formula più risentita ed amareggiata. Ci riferiamo ad Andrea Petagna, punta del Monza che ha vestito la maglia azzurra in una sola occasione, ben 6 anni fa. Non arriva a 10 gol complessivi nelle ultime tre annate di Serie A. “Mi dispiace non essere mai stato convocato da Mancini. Eppure da quando c’è lui ho avuto una buona esperienza a Bergamo, segnato tanti gol con la Spal e trovato il mio spazio a Napoli prima di arrivare al Monza. Non mi ha mai chiamato, nemmeno una volta, nemmeno per conoscersi e capire cosa posso dare“. Mancio, dai… Non si fa così!

Posto che la maglia azzurra sia un obiettivo costante per qualsiasi giocatore a certi livelli, bisognerebbe lasciare parlare prima di tutto il campo e far sì che sia quello a spingere un atleta verso la Nazionale. Scommettiamo che – almeno con Mancini – entrambi non si siano resi conto di aver segnato nella porta sbagliata? Da autocandidarsi ad autoescludersi, in fondo, può volerci un attimo.

Fabio Ornano

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