Un’altra giornata di Champions che racconta dinamiche note degli ultimi anni
Il calcio è fatto di numeri. Spesso raccontano la grandezza di giocatori o la crescita esponenziale di altri. Da ormai diverse settimane non si parla altro che di quelli di Jude Bellingham. Uno che ha appena 20 anni e si è permesso il lusso di fare otto gol nelle prime nove partite con il Real Madrid. Numeri straordinari, non leggendari rispetto ad altri attaccanti. Il problema di fondo è che lui fa il centrocampista. Già si candida ad essere il calciatore più forte del mondo sulla linea mediana fa gongolare l’Inghilterra, pronta a coccolarsi uno che è destinato a fare la differenza nei prossimi quindici anni.
Il Real Madrid lo ha pagato poco più di 100 milioni al Borussia Dortmund che, a sua volta, lo aveva acquistato a diciassette anni dal Birmingham. Lungimiranza da parte di tutti, ma anche disponibilità economica. Quella che spesso non ha il calcio italiano, costretto ad accontentarsi di stelle che viaggiano verso la parte finale della loro carriera.
Quelli che arrivano a regalare soddisfazioni, nel momento in cui si sogna di poter competere sul mercato per acquistare giocatori come Bellingham e senza poterlo fare.
Un giocatore non più giovanissimo che fa godere i suoi tifosi è ancora Pedro. Il suo gol con la Lazio al Celtic ha fatto saltare di gioia la parte biancoceleste della Capitale. Una vittoria in Champions League, competizione dove lo spagnolo ha scritto pagine importanti. A 36 anni le presenze nella massima competizione continentale sono 78 e 25 i gol. Se non si possono avere i più giovani, dunque, si può comunque gongolare con le prodezze dei più grandi.