La rete all’esordio in Nazionale di Mateo Retegui, attaccante scovato in Argentina da Mancini, ci consente di fare un salto indietro nel tempo di quasi un secolo. Quando Julio Libonatti passò da Rosario a Torino, fino alla maglia azzurra da primo oriundo riconosciuto nell’Italia.

Di questi giorni si fa un gran parlare, sull’asse Italia-Argentina, di Mateo Retegui. L’attaccante del Tigre, scovato dal ct azzurro Mancini, ha bagnato il debutto in Nazionale con un gol all’Inghilterra. Una favola, per il ragazzo che di certo non si sarebbe mai aspettato un cambiamento così repentino della sua vita calcistica. Distacchiamoci però da questo novello bomber e facciamo un’ampia falcata nel tempo… all’indietro.

Mateo Retegui

Gol, Argentina, Italia. Impossibile non pensare alla storia di Julio Libonatti, cannoniere formidabile nato a Rosario nel 1901 e figlio di genitori italiani, che nel 1926 passò dal Newell’s Old Boys al Torino. Ebbe un impatto clamoroso sul campionato nostrano, negli anni immediatamente precedenti all’introduzione della Serie A a girone unico. Basti pensare che nei primi 4 campionati in maglia granata mise a segno la bellezza di 98 gol, vincendo due Scudetti consecutivi nel 1927 (revocato) e 1928 (da capocannoniere con 35 reti).

Julio Libonatti

Nonostante avesse già vestito la maglia dell’Argentina in 15 occasioni tra il 1919 e il 1922, ebbe la possibilità di indossare anche i colori dell’Italia. 17 presenze e 15 reti il suo notevole score in azzurro, che gli consentì di risultare il re dei cannoniere nella Coppa Internazionale 1927-30. Furono 4 le sue doppiette con la Nazionale. Viene considerato il primo oriundo assoluto nella storia dell’Italia, anche se prima di lui Ermanno Aebi – come riportato dall’Almanacco Panini – è stato considerato a torto l’iniziatore di questa storia. Tuttavia Aebi, di origini svizzere, nacque e morì a Milano.

Fabio Ornano

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