Ogni volta che se ne va un personaggio come Giannì Minà il dolore pervade l’intero movimento del calcio., benchè la sua statura di giornalista sia andata ben oltre il mondo calcisitco.

In primis per la perdita di una figura che aveva saputo raccontare questo sport e i suoi personaggi con una delicatezza che oggi è spesso rara da trovare. E poi perché si ha quasi la sensazione che il tempo stia dando sempre più spazio a toni urlati, più consoni allo strillo che alla narrazione e all’approfondimento.

Il segno dei tempi , però, aiuta anche a favorire la rilevazione della grandezza di chi non c’è più. Con la scomparsa di Gianni Minà, avvenuta nella serata di martedì 27 marzo, il calcio e lo sport hanno perso qualcuno chedavvero aveva saputo raccontarlo in un modo senza tempo. La sua carriera è iniziata addirittura nel 1959 quando lui, torinese, muoveva i primi passi a Tuttosport. Nel 1960 il suo approdo in Rai e e i primi servizi sulle Olimpiadi di Roma.

Furono le prime tappe di una carriera che ha saputo andare anche oltre l’ambito sportivo. La sua intervista a Fidel Castro del 1987 è stata una pagina di storia del giornalismo internazionale. Ma di intervista che hanno fatto la storia, anche a personaggi dello sport, ne è pieno il curriculum di Gianni Minà. Ad esempio quella a Diego Armando Maradona con cui aveva un rapporto di amicizia.

Le definizioni che sono veri e propri attestati di stima si sprecano e non potrebbe essere altrimenti di fronte ad un personaggio di tale statura.

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