Da quando il portiere ha lasciato il Milan c’è una tendenza ad essere meno buoni nei giudizi su di lui

Andando a ritroso negli ultimi anni è sicuramente chiaro che fanno più notizia gli errori di Gianluigi Donnarumma rispetto alle parate. A volte sembra quasi che l’estremo difensore del Paris Saint Germain e della Nazionale sia titolare fisso per grazia divina. Se, invece, sta lì è perché il suo rendimento è tale da offrire garanzie idonee a poterlo ritenere un calciatore id primo livello internazionale.

Risulta, però, innegabile che qualche incertezza nelle partite di maggiore importanza stia mettendo in discussione quella parabola prevista che addirittura lo faceva paragonare a Gigi Buffon. Così come è diventato chiaro come siano diventati più duri i giudizi da quando il suo percorso è diventato diverso da quello di uno che sarebbe potuto diventare un bandiera del Milan.

C’è una visione generale (anche un po’ ipocrita) che non perdona al calciatore la scelta professionale di abbracciare un progetto divenuto assai attrattivo anche per un ingaggio decisamente più pesante rispetto a quello che il Milan, ma anche qualsiasi squadra di Serie A, avrebbe potuto garantirgli.

Oggi, però, rischia di perdere il posto in Nazionale, perché stanno emergendo colleghi che potrebbero avere diritto ad una chances. Un po’ perché questa nome da ragazzo prodigio dell’ex milanista ha fatto da tappo ad altri interpreti che hanno, invece, avuto una scalata all’alto livello meno immediata di chi, come Donnarumma, ha fatto il suo esordio in Serie A a sedici anni senza più perdere il posto da titolare. Questa è ovviamente tutt’altra questione.

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