L’argentino ha vinto per l’ottava volta il riconoscimento che viene dato al giocatore più forte del mondo

L’ottavo Pallone d’Oro di Lionel Messi ha diverse chiavi di lettura. La prima è che il calciatore argentino ha preso il largo da tutti gli altri, Cristiano Ronaldo compreso, consacrandosi come il più forte giocatore degli ultimi trenta-trantacinque anni. Una fascia temporale che permette di evitare confronti scomodi e probabilmente inopportuni, considerata differenza di epoche, con Pelè e Maradona.

La seconda è che, adesso che gioca negli Stati Uniti, questo trofeo ha l’aria di congedo dal calcio di altissimo livello. E, considerato anche Critiano Ronaldo in Arabia Saudita, si può dire che si vanno a chiudere quindici anni in cui i due hanno monopolizzato il premio. L’argentino ed il portoghese insieme sommano ben tredici vittorie del Pallone d’Oro. Un’egemonia nell’albo d’oro che non ha precedenti negli anni precedenti.

L’aria di cambio generazionale è anche dovuta al fatto che si stanno facendo strada calciatori con qualità fuori dal normale e abbastanza giovani da poter segnare una nuova epoca nel calcio. Alcuni l’hanno già fatto, altri stanno entrando prepotentemente sulla scena.

Kylian Mbappè, ad esempio, è nato nel 1998 e davanti ha oltre dieci anni in cui potrà mettere a frutto il suo talento straordinario per conquistare trofei con la propria squadra e riconoscimenti individuali. Atttenzione, però, perché si parla di un calciatore che ha ha già vinto i Mondiali nel 2018, è arrivato secondo a quelli del 2002 e si è portato a casa una Uefa Nation League con la casacca transalpino. Senza, ovviamente, dimenticare la lunga lista di trofei nazionali conquistati con il Paris Saint Germain. Adesso che il campo è più libero, il Pallone d’Oro può diventare un obiettivo alla sua portata.

Potrà esserlo sicuramente con Ervig Haaland. Il ragazzo del 2000 che ha ha già segnato 47 gol nelle sue prime 45 partite in Premier League con la casacca del Manchester City ha tutta l’aria di poter iscriversi costantemente nella corsa al Pallone d’Oro. Non gioca in una Nazionale di primo piano a livello calcistico, ossia la Norvegia, e questo potrebbe sfavorirlo negli anni in cui ci saranno le grandi competizioni riservate alle selezioni. Ma con la squadra di Guardiola probabilmente avrà modo di alzare comunque tanti trofei.

Non ha di questi problemi invece il più giovane dei tre: Jude Victor William Bellingham. Lui è un 20003, gioca nel Real Madrid e potrebbe essere l’inglese che riporterà l’Inghilterra a vincere nuovamente qualcosa. Il suo impatto con la Liga, i blancos e la Champions League con uno top club è da predestinato. Per molti è già il centrocampista più forte al mondo e continuando a segnare come un vero bombrer avrà tutta la possibilità di imporsi anche come talento individuale.

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