Non è vero che esistono allenatori per vincere ed altri per costruire

La stagione 2022-2023 è stata per Luciano Spalletti quella delle 1000 panchine. Il tecnico di Certaldo si augura che, alla fine, possa anche essere la stagione da ricordare di più nella sua carriera. Il riferimento è, ovviamente, alla possibile conquista di uno scudetto che arriverebbe a 64 anni (li compirà il prossimo 7 marzo). Un’età a cui si pensa, erroneamente, che gli allenatori vincenti si siano già rivelati.

Quello che forse, con un po’ troppa superficialità, qualcuno pensava del tecnico. Anche perché non gli sono state date le occasioni che avrebbe meritato in base a quanto dimostrato sul campo. Spalletti ha fatto sempre giocare bene le sue squadre. Ha vinto dei trofei, dei campionati in Russia, ma mai lo ha fatto in Serie A. Oggi, volendo usare un eufemismo, ci sono tutti i presupposti affinché questo tabù sia infranto.

Fino ad ora mai aveva allenato squadre che potessero essere considerate la migliore rosa del campionato. Ad inizio stagione non lo era neanche il Napoli, ma questa è una fase in cui forse l’allenatore ed il progetto tecnico (Anche societario) valgono più dei nomi da copertina.

Nessuno sa quanto conti il vuoto di potere in questa evidenza, intesa come assenza di corazzate assolute. Negli ultimi quindici anni, ad esempio, ci sono stati due lunghi cicli di Inter e Milan, in cui le due squadre erano praticamente imbattibili.

Quello che, invece, oggi conta è ciò che si costruisce e la sostanza. Quella che per intendersi aveva il Milan di Stefano Pioli. Un’altro che è salito sul tetto d’Italia a 57 anni, con un Milan costruito allenamento dopo allenamento più che a forza di milioni di euro spesi sul mercato.

Vittorie che spazzano via l’idea che fare l’allenatore sia una professione dove la freschezza delle sinapsi del quarantenne vale più dell’esperienza di chi ha qualche anno in più. Così come che ci siano allenatori per vincere e altri che non lo siano. Ci sono semmai allenatori validi e altri che magari non lo sono. Per i primi a fare la differenza possono anche essere le contingenze.

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