Da predestinato a esiliato. La parabola di Nicolò Zaniolo

Sembra passata una vita da quando Nicolò Zaniolo si impose come astro nascente del calcio italiano.

Talento cristallino, strapotere fisico e genuina spudoratezza. Tutto questo era incarnato dal classe ’99 di Massa.

Un fulgido futuro tutto da scrivere. Dalla Primavera dell’Inter al debutto da professionista al Santiago Bernabeu, passando per la convocazione in Nazionale. Tutto in soli tre mesi.

La parabola di Zaniolo inizia nel 2018, quando – appena 19enne – in estate approda alla Roma nell’affare che porta Nainggolan all’Inter. Valore di mercato 4,5 milioni. Un’operazione che già dalle prime apparizioni fa sfregare le mani alla dirigenza giallorossa, condannando i nerazzurri ad anni di rimpianti.

Il predestinato

Un esordio fuori dall’ordinario. Già, perché ancor prima di calcare un campo di Serie A, Zaniolo esordisce in Champions League, quando Di Francesco a sorpresa lo schiera in casa del Real Madrid al fianco di De Rossi e Nzonzi. La partita non sorride ai giallorossi e la prestazione di Nicolò non è memorabile. Ma il segnale è chiaro.

Qualcun altro anni prima fece un percorso analogo. Era il 30 ottobre 2001 quando Fabio Capello gettò nella mischia del secondo tempo della partita di Champions Roma-Anderlecht un ragazzino con zero minuti nella massima divisione italiana. Si trattava proprio di Daniele De Rossi. Non uno qualsiasi nella Capitale.

Comunque, una settimana e arriva il debutto in Serie A, quando Zaniolo subentra a Javier Pastore nell’incontro casalingo vinto per 4-0 contro il Frosinone.

26 dicembre 2018, stadio Olimpico di Roma. E’ la penultima giornata del girone d’andata 2018/19. Nel boxing day la squadra allenata da Di Francesco ospita il Sassuolo. I padroni di casa sono in vantaggio di due reti. Al minuto 60’ Zaniolo recupera un buon pallone in mediana, si invola sull’out destro e si carica sulle spalle il contropiede. Brucia Ferrari, entra in area, rientra col tacco, mette a sedere portiere e difensore con una finta, tocca ancora una volta la sfera e insacca con un gelido cucchiaio. Si tratta del suo primo gol in serie A. Un autentico gioiello. Un gol da fenomeno.

Dopo il Sassuolo ci sono altre due opportunità per Nicolò. Torino e Milan. In entrambe le partite va a segno. I gol consecutivi diventano tre.

L’ascesa della nuova stella giallorossa non conosce limiti. Dalla Serie A alla vetrina della Champions, ogni passo per lui sembra breve. E’ il 12 febbraio 2019, all’Olimpico arriva il Porto, autentico tabù per la Roma. Di Francesco schiera un 4-3-3 e piazza Zaniolo alto a destra, al fianco di Dzeko vertice alto. Un ruolo inedito per lui, fino a quel momento considerato più mezzala o al limite trequartista. Un vestito che però sembra calzargli a pennello. E’ lui a sbloccare il match su assist del bosniaco, ed è ancora lui a firmare il raddoppio in tap-in.

Mai nessun talento italiano aveva realizzato una doppietta in Champions League alla sua età.

Non ci sono più dubbi. Abbiamo a che fare con un “predestinato”.

Nella stagione successiva, la Roma passa sotto la guida del nuovo allenatore Paulo Fonseca. Zaniolo, fresco di rinnovo fino al 2024, è chiamato a confermare le mirabilie viste nella stagione d’esordio. E non si fa attendere.

Il 19 settembre 2019 arriva il debutto in Europa League, coronato dal gol nella vittoria interna per 4-0 contro il İstanbul Başakşehir. Nelle settimane seguenti è protagonista dei buoni risultati della squadra; realizza 4 gol in campionato entro la fine dell’anno.

L’annus horribilis

E’ il 12 gennaio 2020, all’Olimpico c’è la Juventus. Zaniolo appare inarrestabile. Ed è proprio in una in un’azione solitaria in cui si trascina mezza difesa bianconera che il ginocchio fa crack. La diagnosi è impietosa: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro.

Dopo 6 mesi torna in campo. Intanto il lockdown ha stravolto il calendario, ammucchiando le partite in un forsennato recupero nei mesi di giugno, luglio e agosto. In questo inconsueto frangente estivo, Zaniolo ritrova forma, minuti e gol. Terminerà la sua seconda stagione in giallorosso con 33 presenze e 8 reti.

La stagione riparte con la convocazione in Nazionale. Alla Crujiff Arena si disputa Olanda-Italia, match valido per la Nations Leagues. Al minuto 42’ Zaniolo cade a terra per un problema al ginocchio. Sostituzione immediata.

La diagnosi è ancora una volta crudele: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro.

Dopo il momento del dolore, arriva quello della rabbia. La via crucis ricomincia.

Zaniolo sarà costretto a saltare tutta la stagione 2020-2021 a causa del lungo recupero.

In questi momenti di profonda sofferenza, Nicolò rafforza il suo rapporto con la piazza giallorossa. I tifosi, che lo considerano un beniamino, non gli fanno mai mancare la loro presenza, accompagnandolo lungo questo nuovo percorso di riabilitazione. Un amore ricambiato, o almeno sembrava.

L’eroe di Tirana

Dopo quasi un anno Zaniolo ritrova il campo. Ma in panchina non c’è più Fonseca, bensì Josè Mourinho. Anche la competizione da affrontare è nuova, si tratta della Conference League.

Il ritorno effettivo risale al 19 agosto 2021, nella partita di andata dei play-off di UEFA Conference League vinta in trasferta contro il Trabzonspor. Il numero 22 ritrova anche la via del gol, nella gara di ritorno di coppa all’Olimpico contro i turchi e nella trasferta di Bergamo vinta per 4 a 1 sull’Atalanta.

La stagione non è comunque brillantissima per l’attaccante. All’impegno messo su ogni pallone non sembra corrispondere altrettanta lucidità sotto porta. L’agilità pre-infortunio lascia troppo spesso spazio a un’ostinata e macchinosa ricerca del corpo a corpo con le difese avversarie.

Ma il riscatto c’è, e nelle serate più importanti. Sua è la tripletta con cui la Roma ribalta il quarto di finale di Conference contro il Bodø/Glimt. Ma soprattutto è sua la firma nella finale della stessa coppa il 25 maggio a Tirana contro il Feyenoord. Un gol storico che riporta un trofeo internazionale nella Capitale dopo 61 anni di astinenza.

E’ festa grande. E’ gioia allo stato puro. E’ di nuovo apoteosi.

Il declino

Le celebrazioni per la vittoria europea, a sorpresa, aprono a un’estate di riflessioni e voci di mercato. Protagonista proprio lui, l’eroe di Tirana. Forte di un pre-accordo con la Juventus e di un corteggiamento del Tottenham, Zaniolo spinge per la partenza. L’entourage del calciatore, insoddisfatto per un mancato adeguamento contrattuale, fa trasparire la voglia di cambiare aria. Per la Roma non è incedibile, ma il prezzo fissato sui 50/60 milioni di fatto lo rende tale. Nicolò resta, ma nel suo rapporto con la società giallorossa si è insinuata una prima crepa.

La stagione 2022/22 si apre con un nuovo infortunio. Lussazione alla spalla nel corso della partita contro la Cremonese. A dire il vero fino a quel momento si erano intravisti bagliori del Zaniolo che fu, quantomeno dal punto di vista atletico, ma poi il nulla. Rientrato dall’infermeria, nonostante fosse un titolarissimo per lo Special One, il numero 22 non ha mai convinto. Costantemente intrappolato in una bolla di insensata rabbia e disperata voglia di dimostrare, è a poco a poco diventato un organo estraneo nella “famiglia” giallorossa. Fino a diventare addirittura deleterio. Una parabola discendente suggellata dai fischi (pochi) durante la sostituzione in Coppa Italia contro il Genoa.

Da lì una serie di errori grossolani, figli un ragazzo fragile e mal consigliato da chi gli sta accanto. La convocazione rifiutata per la trasferta contro lo Spezia, la richiesta di essere ceduto senza però avere un’offerta concreta, lo sfacciato ‘no’ all’allettante proposta del Bournemouth, il tentativo di riappacificazione affidato a una lettera quantomeno discutibile; il certificato medico per “crisi d’ansia” presentato alla società giallorossa (che di fatto sconfessa la suddetta lettera), il selfie da “bimbomichia” palestrato pubblicato su Instagram nelle ore del tragico terremoto in Turchia (e due giorni dopo aver presentato il certificato per sofferenza mentale) e la decisione finale di approdare nella “prestigiosa” Super Lig tra le fila del Galatasaray. Singolare per chi qualche giorno prima aveva aveva declinato la proposta del Bournemouth in quanto non compatibile con le sue ambizioni.

Ricapitolando. Illuso dalla Juventus, sedotto e abbandonato dal Tottenham, scaricato dal Milan, ignorato dai top club della Premier, a neanche 24 anni Zaniolo sbarca in quello che nell’ultimo decennio è diventato una sorta di cimitero degli elefanti calcistico.

Da enfant prodige a ripudiato.
Da idolo di Roma a traditore.

Difficile comprendere come si sia arrivati a questo epilogo. Impossibile trovare un senso nell’oltraggio riservato a una piazza che lo ha difeso contro tutto e tutti e amato come pochi.

Resta l’amarezza per quella che ad oggi è una delle più repentine e malinconiche parabole discendenti nella storia del nostro calcio.

Augurandoci, nonostante tutto, di essere smentiti.

Luca Di Gregorio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *