Il tecnico a 52 anni si avvicina a record importanti

L’epoca del “guardiolismo” sembra essere passata. Non è, invece, sicuramente ancora finita quella di Guardiola. Il riferimento è al fatto che a lungo tante big europee hanno provato a cercare soluzioni come quella che il Barcellona trovò con uno dei suoi ex giocatori più rappresentativi. Così in tanti si sono trovati ad appendere le scarpette al chiodo, a fare un anno nelle giovanili come lui lo fece nella squadra B e ad essere catapultati in Champions League.

Tutti loro, però, erano solo potenziali brutte copie di un allenatore che in quindici anni ha segnato un’epoca e forse più nel calcio. I tratti riconoscibili del suo modo di far giocare le squadre sono già iconici. Si è preso la finale di Champions League e, Inter permettendo, vuole andare a prendersi quella coppa che fino ad ora ha conquistato solo con i blaugrana.

Proverà a farlo nell’anno in cui, proprio lui che ha inventato il falso nueve, ha abbracciato il centravanti vero più forte del mondo (e chissà per quanti anni lo sarà, cioè Haaland. A dimostrazione che si è giganti anche per la capacità di sapersi adattare all’eccellenza. E sembra averne davvero tanta di qualità il suo Mancester City.

Lo ha dimostrato il 4-0 con cui ha mandato a casa il Real Madrid, come se non fossero i blancos ma una squadra qualsiasi. Un successo che avrà sicuramente dato piacere ai tifosi del suo Barcellona. Una soddisfazione in più in una catena infinita di vittorie. Sono esattamente 100 quelle collezionate in Champions League con il trionfo contro il Real. A soli 52 anni è già a -2 di Sir Alex Ferguson e a -7 da Carlo Ancelotti.

Il tecnico italiano gli è davanti in quella che è un’altra graduatoria in cui Guardiola continua a scalare posizioni. Quella delle finali giocate. Contro l‘Inter sarà la sua quarta, le stesse giocate Lippi, Klopp e dallo stesso Ferguson. Per eguagliare Carletto gliene mancherà una e sembra ci siano i presupposti affinché Pep ne possa giocare altre in carriera.