Se ne va un’altra leggenda del calcio mondiale, che in Italia ha lasciato una traccia indelebile. Andy Brehme è morto stamattina, martedì 20 febbraio 2024, a causa di un arresto cardiaco. Una fatalità che lo strappa alla vita a soli a 63 anni.

Lascia due figli avuti da un precedente matrimonio e l’attuale compagna. Il suo ricordo da calciatore è indissolubilmente legato al Mondiale conquistato con la Germania, proprio in Italia nel 1990, e anche all’Inter dei record che vinse lo scudetto con Trapattoni in panchina. Nella Coppa del Mondo giocata nel Bel Paese fu proprio lui a calciare il rigore che aveva dato il terzo successo mondiale al calcio tedesco.

Subito è arrivato il cordoglio da parte dell’Inter. Con la formazione nerazzurro è diventato una sorta di icona per un’intera generazione di tifosi. Nella Milano nerazzurra ci ha giocato dal 1988 al 1992. Solo in campionato sono arrivate 116 presenze e 11 gol. Nacque terzino destro, ma lo spostamento a sinistra gli fece raggiungere forse i massimi livelli della sua carriera. Non gli mancava davvero nulla: tecnica eccellente, capacità di attaccare pur essendo un terzino, attitudine a raggiungere il fondo e crossare, nonché intelligenza tattica. Non a caso proprio quella fase corrispose al momento che diede in là ai due grandi successi per i quali è ricordato in Italia.

Specialista per rigori e punizioni, riusciva a calciare con la stessa abilità con entrambi i piedi. C’era chi addirittura, come Franz Beckenbauer, ammmise che pur conoscendolo da sempre, nutriva dubbi su quale fosse il suo piede naturale. Aneddoti che attraverso la narrazione sono arrivati fino a noi e danno la misura di che giocatore fosse Brehme.

Da segnalare, inoltre, che fu tra i pilastri di quella nazionale tedesca che si laureò campione del Mondo poco dopo la riunificazione. Un successo che ebbe anche grande portata storica. Tant’è che lui stesso a lungo (tra il 1984 ed il 1990) giocò con la Germania Ovest, ancora separata dall’Est. Nel suo palmares, proprio con quella formazione, c’è anche un argento ai Mondiali di Messico 1986. Nel 1992 invece arrivò un secondo posto gli Europei svedesi.

Da calciatore, prima di arrivare all’Inter, ha indossato le maglie tra le altre di Kaiserslautern e Bayern Monaco. Oltre al Saragozza, proprio dopo aver lasciato l’Inter. Nel suo palmares sue campionati tedeschi, una Supercoppa di Germania, una Coppa Uefa (nel 1991 sempre con l’Inter) e una Supercoppa italiana Nel corso della sua vita nel mondo del calcio anche tre esperienze da allenatore: con il Kaiserslautern, l’Unterhaching e anche da vice allo Stoccarda.

Il calcio piange un altro suo grande protagonista.