L’esclusione di Sara Gama dalla lista delle convocate azzurre per l’imminente Mondiale femminile ha, come si dice, sollevato un polverone. In realtà, per responsabilità della stessa atleta, ormai ex capitano della Nazionale italiana.

La selezionatrice della Nazionale maggiore femminile, Milena Bertolini, ha diramato la lista preliminare di 32 nomi da cui usciranno le 23 convocate dell’Italia per la fase finale del Mondiale, in programma in Australia e Nuova Zelanda tra luglio e agosto. Ha sollevato qualche polemica il polverone relativo all’esclusione di Sara Gama dal gruppo delle selezionate. Forse la calciatrice più in vista del movimento azzurro, quanto a livello di carriera che sotto l’aspetto istituzionale, Gama è stata accantonata nel buon nome di un ricambio generazionale. L’atleta, su Instagram, aveva manifestato la propria amarezza in un lungo post.

Dopo essere stata preconvocata e aver svolto la preparazione fisica ricevuta, al pari delle mie compagne, dallo staff della Nazionale per mantenere la condizione ottimale che avevo raggiunto negli ultimi sei mesi di lavoro con il mio club, ho appreso soltanto tre giorni fa che non farò parte della rosa che partirà per il Mondiale in Australia e Nuova Zelanda.

Nutro da sempre grande rispetto dei ruoli e, da professionista, accetto la scelta della Commissaria Tecnica, nonostante l’amarezza di queste ore difficili per le modalità e i tempi con cui questa decisione mi è stata comunicata.

Ho dato tutto nei diciotto anni passati in Nazionale, da quando ho indossato per la prima volta la casacca azzurra nel 2005, con l’Under 17 prima e, dal 2006, con la Nazionale maggiore.
Ho passato da capitana momenti di grande gioia come la vittoria dell’Europeo Under 19 nel 2008, il ritorno al Mondiale dopo 20 anni nel 2019, questa storica seconda qualificazione consecutiva alla massima competizione. Non sono mancati anche momenti di difficoltà, ma li ho attraversati sempre con l’orgoglio di rappresentare il mio Paese.

Non mi sono mai tirata indietro, nemmeno di fronte ai problemi fisici che avrebbero potuto scoraggiarmi, come quelli che purtroppo mi hanno condizionato all’ultimo Europeo.

Ho sempre cercato di essere un esempio, di trasmettere la professionalità, l’entusiasmo e l’orgoglio necessari per rappresentare nel miglior modo possibile la Nazionale Italiana, lavorando dentro e fuori dal campo per tenere unito il gruppo e continuare a crescere insieme.

Ho lottato assieme alle mie compagne e a chiunque ci abbia supportato in questi anni per cercare di vedere riconosciuti uguali diritti e dignità all’intero movimento calcistico femminile nel nostro Paese.

Con questo bagaglio e con questo spirito, mettendomi completamente a disposizione della CT e della squadra, mi sono preparata per poter dare il mio ultimo contributo da capitana alla Nazionale.
Purtroppo, non sarà possibile
“.

Milena Bertolini, ct dell’Italia femminile

Tra le righe, impossibile non scorgere il risentimento dell’ormai ex capitana azzurra. E, soprattutto, un velo d’ipocrisia: perché con una dichiarazione del genere, non è vero che accetta la decisione della Bertolini con “grande rispetto dei ruoli“. Conscia dei risvolti mediatici di un commento simile, ha messo davanti l’individualismo – a tratti sottolineato nel post – all’aspetto collettivo, non facendo forse l’unica cosa che un’atleta avrebbe potuto fare: augurare, con serenità, il meglio alle sue compagne prima di un appuntamento importantissimo. A chi serve procurare tensione? La selezionatrice, come ha poi dichiarato in seguito alle affermazioni della Gama, ritiene di aver esercitato un diritto compreso nella sua mansione. Quello di scelta, seppur non a cuor leggero.

Nessuno toglierà a Sara Gama ciò che ha costruito, ancora meno i risultati raggiunti dentro e fuori dal campo per lo sviluppo del calcio femminile in Italia. Però, come lei stessa ha contestato alla ct, stavolta è stata lei a comunicare con modi e tempi discutibili.

Fabio Ornano

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