La cronica mancanza di un centravanti di livello internazionale per la nazionale italiana è un tema di cui si dibatte spesso . Se ci si guarda indietro si scoprono calciatori che non trovavano spazio per l’abbondanza che c’era in precedenza

Si possono segnare più di 100 gol in Serie A e non indossare mai la maglia della Nazionale? A quanto pare sì, se si è un attaccante nato negli anni 70. Quella era l’epoca in cui in Itlalia venivano dati i natali a gente come Totti, Del Piero, Inzaghi, Vieri, Montella, Iaquinta, Toni. Ma anche di DI Natale, Cristiano Lucarelli e l’elenco potrebbe essere davvero lungo, rischiando di dimenticare qualcuno tra gli innumerevoli bomber di provincia che hanno segnato un’epoca.

Gente di grande qualità che segnava in quello che era il campionato più competitivo del Mondo e sgomitava metaforicamente per trovare un po’ di spazio in azzurro, dove davanti c’erano fenomeni veri. Capitava, però, che qualcuno ugualmente non riuscisse neanche a trovare gloria per breve tempo. Anche se magari lo avrebbe meritato.

Il caso è quello di Nicola Amoruso. Un giocatore meraviglioso. Forte tecnicamente, intelligente tatticamente, bravo a giocare da centravanti, da seconda punta. Uno che, come si diceva, ha segnato più di 100 gol in Serie A . Al top della sua carriera ha avuto qualche problema fisico di troppo che non gli ha permesso di imporsi quando era arrivato alla Juventus dopo i gol segnati al Padova.

Dopo l’esperienza in bianco nero, dove ha comunque trovato l’opportunità di giocare partite importanti a livello europeo, tanto calcio di provincia e un’esperienza in un Napoli che era in una fase storica in cui la dimensione degli azzurri era quella di una squadra che lottava per non retrocedere. L’elenco delle maglie indossate è davvero lungo: Sampdoria (quando era nelle giovanili), Fidelis Andria, Perugia, Como, Modena e Messina. Dopo l’esperienza sulla sponda sicula dello Stretto, a poco più di trent’anni, per lui le porte della Serie A sembravano essersi chiuse ed era ad un passo dal trasferirsi all’estero.

A Reggio Calabria, sull’altra sponda dello Stretto dei rivali di sempre dei giallorossi, con il mercato chiuso la Reggina si ritrovò a dover sostituire Rolando Bianchi che subì un grave infortunio. La Reggina lo prese e nel suo periodo nella città dei Bronzi divenne un’autentica icona della storia amaranto. L’anno dopo fu, assieme allo stesso Bianchi, colui il quale trascinò la formazione di Mazzarri ad una storica salvezza nonostante undici punti di penalizzazione.

Dopo Reggio Calabria e 40 gol in amaranto (dove ha segnato di più), per lui ci sono anche le esperienze al Torino, al Siena, al Parma e all’Atalanta. Con Borriello ha il record di maglie con cui ha segnato almeno un gol in Serie A, 12. Amoruso è l’attaccante che ha segnato più gol in Serie A a non avere mai indossato la maglia della Nazionale maggiore. Con l’Under 21 ha però vinto l’Europeo del 1996.

Attaccanti così probabilmente Spalletti non ne ha o ne è sempre meno. Ecco come in vent’anni è cambiata la vita del ct, dalla massima abbondanza alla poca scelta di oggi.

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