Il centrocampista, cresciuto nel settore giovanile della Lazio, aveva dimostrato grandi doti già ai tempi della Serie C

Michael Folorunsho in Nazionale. Per chi lo conosce da tempo non è una sorpresa: gran fisico, tempi di inserimento fuori dal comune e una carriera che può prendere il volo. Anzi forse ha iniziato a decollare troppo tardi, tenuto conto che si tratta di un classe ’98. Queste caratteristiche si notavano già quando faceva la differenza nella Virtus Francavilla, in Serie C.

Lo acquistò il Napoli, ancora oggi proprietario del cartellino del giocatore, e lo girò al Bari appena tornato in Serie C dopo la ripartenza dalla D. Il suo impatto con una grande piazza non un indimenticabile, anche per qualche infortunio di troppo. L’anno dopo invece arrivò un quasi inatteso passaggio in Serie B, alla Reggina. Il suo ingaggio passò in sordina, tenuto conto che quella era l’estate in cui gli amaranto si presentarono ai nastri di partenza con colpi del calibro di Lafferty e Menez. E per sei mesi Folorunsho non brillò. Fino al momento in cui fu Marco Baroni, arrivato a Reggio Calabria dopo l’esonero di Mimmo Toscano, a cambiare la stagione degli amaranto e forse la carriera dell’allora giovane centrocampista.

La Reggina giocava con un 4-2-3-1 in cui Folorunsho agiva o da sotto punta o addirittura da centravanti. La sue capacità, tra cui spicca quella di inserimento, hanno fatto il resto. Da allora Folorunsho non si più fermato: prima sei mesi a Pordenone, poi il ritorno a Reggio Calabria dove Baroni non c’era più. Sono comunque arrivate buone prestazioni sullo Stretto e poi nel ritorno a Bari. Fino all’approdo a Verona, lì dove ha ritrovato quel tecnico che ha dimostrato di saperlo valorizzare più di tutti.

Un allenatore Baroni, tra l’altro, di cui vanno enfatizzati i meriti e che negli ultimi anni ha sempre fatto grandi cose ovunque è andato. E Spalletti lo conosce bene per averlo già visto in un ritiro con il Napoli.