La morte di Silvio Berlusconi, nella giornata di ieri, vede la scomparsa di uno dei più grandi personaggi nella storia del calcio italiano ed internazionale. Una passione sbocciata all’alba degli anni ’80, dapprima per motivi puramente commerciali e poi consolidata con la grande avventura alla testa del Milan. Fino all’ultima vincente esperienza da patron del Monza.

L’avvicinamento di Berlusconi al mondo del pallone fu un lampo accecante, frutto di un’idea visionaria su cui avrebbe avuto ragione. Forse la vera esperienza di base del suo approccio al calcio: parliamo del Mundialito 1980. La sua “entrata a piedi uniti” sui poteri consolidati fece sì che rompesse il monopolio RAI trasmettendo il torneo tra nazionali campioni del mondo, a cui parteciparono 6 squadre – l’Inghilterra diede forfait, venendo sostituita dall’Olanda finalista negli ultimi due Mondiali – su Canale 5. La Storia avrebbe poi raccontato dell’intervento determinante della P2 e di centri di potere, orientati a sostenere il progetto dell’imprenditore milanese. E non solo. Avrebbe trasmesso pure il Mondiale di Messico ’86.

Con Fabio Capello

Quello fu l’episodio che accese la scintilla di Berlusconi nei confronti del calcio, dapprima come lucroso veicolo commerciale e poi come dirigente facoltoso. Proprio ciò che accadde 5 anni più tardi, quando rilevò il Milan da Farina. Sufficiente un anno di assestamento e fu subito Scudetto, grazie alla sua prima grande intuizione: l’ingaggio del carneade Arrigo Sacchi. Con il tecnico di Fusignano si aprì il lunghissimo ciclo di vittorie che ha contraddistinto l’era Berlusconi, destinato a diventare il presidente più vincente di sempre a livello di club.

Il sodalizio con Adriano Galliani è durato quasi mezzo secolo

Intuizioni, trionfi, serate stellari di Coppa. Ma pure periodi meno fortunati, come è fisiologico nelle lunghe storie d’amore. Il tutto sempre con il fido Adriano Galliani al suo fianco, diventato suo braccio destro dopo la conoscenza avvenuta negli anni Settanta. Galliani ha rappresentato il braccio di un sodalizio infinito, protrattosi anche nell’ultima scommessa vinta con il Monza – portato dalla C alla salvezza in A – fino alla fine dei giorni del Berlusca. Una storia irripetibile.

Fabio Ornano

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