Oggi, 25 aprile, ricorre il 28° anniversario della scomparsa di Andrea Fortunato. Il difensore della Juventus fu sconfitto, ancora giovanissimo, da una polmonite letale che trovò terreno fertile nelle sue difese immunitarie fiaccate dalla leucemia.

Ragazzo, chiedi chi era Andrea Fortunato. Per chi ha visto la parabola del ragazzo nato a Salerno nel 1971, la sua morte non è stata mai metabolizzata e suscita identico dolore: anno dopo anno. La sua ascesa fu rapidissima. Terzino sinistro dinamico e di qualità, iniziò nel Como all’alba degli anni Novanta e trovò un impatto notevole con la maglia del Genoa dopo il prestito al Pisa. La Juventus, storicamente con un debole per i talenti del Sud che l’hanno resa grande, mise subito gli occhi sul ragazzo.

Iniziò molto bene in bianconero. Tanto che a settembre 1993, in occasione delle qualificazioni mondiali in casa dell’Estonia a Tallinn, Arrigo Sacchi lo fece esordire in Nazionale. Tutto procedeva per il meglio, Fortunato cominciava a scomodare paragoni prestigiosi. Le sue scorribande sulla corsia mancina, con i capelli lunghi sulle spalle, diventarono irrinunciabili. Sembrava lanciato verso grandi traguardi, tanto nella Juventus che in azzurro.

Ma la sua vita cambiò in poco tempo. Andrea iniziò a perdere gradualmente nella primavera del 1994 quella vitalità proverbiale che ne aveva accompagnato il percorso, scatenando ingenerose critiche: c’è chi gli diede dell’arrivato, del montato, di amante della bella vita. Insomma, Fortunato si era già seduto e il rendimento in campo pareva dimostrarlo. Da un po’ di tempo lo accompagna la febbre e al termine del campionato la situazione precipitò. Ciò che nessuno immaginava, è che dietro quel vistoso calo fisico si nascondeva un nemico terribile: leucemia linfoide acuta.

L’inizio del calvario, tra cure e rassicurazioni, sconforto e speranza. Venne trasferito all’ospedale Silvestrini di Perugia, dove gli fu praticata una cura sperimentale insieme alla chemioterapia. Il trapianto di cellule, provenienti dal padre, sembrò avere esiti incoraggianti. Tanto che verso la fine del 1994 Andrea iniziò la riabilitazione. Venne ospitato dal Perugia per potersi allenare; si recò nel febbraio ’95 alla laurea della sorella a Salerno; salutò la Juventus in trasferta a Genova per la gara contro la Sampdoria, trasmettendo grande gioia alla squadra. Tutti segnali incoraggianti, per un miglioramento che faceva ben sperare.

Poi, tutto finì. Una polmonite, aggredendo le sue fragili difese immunitarie, lo uccise il 25 aprile 1995. Andrea Fortunato avrebbe compiuto 24 anni il 26 luglio. L’amarezza e il magone, ripensando al destino di questo ragazzo, sono taglienti come lame. E la prima cosa che viene in mente è quello sguardo, serio e magnetico. Campione per sempre.

Fabio Ornano

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